GIOCHI DI RIFLESSI
Gianni Dova 1925-1991

 

“Giochi di riflessi” è un’opera affascinante e coinvolgente del celebre artista italiano Gianni Dova. Questo capolavoro cattura lo spettatore con la sua complessa trama di linee, colori e forme che si intrecciano in un intricato balletto visivo.

Nell’opera di Dova, i riflessi assumono un ruolo centrale, trasmettendo un senso di movimento dinamico e fluido. Le superfici lucide e specchianti riflettono e distorto le immagini circostanti, creando un’illusione di profondità e spazio.

La tavolozza di colori utilizzata dall’artista spazia da tonalità vivaci a toni più cupi, aggiungendo intensità emotiva e contrasto alla composizione. Le forme astratte si mescolano armoniosamente, suggerendo una sorta di danza visiva che invita lo spettatore a esplorare l’opera con occhi curiosi.

Attraverso “Giochi di riflessi”, Gianni Dova invita il pubblico a esplorare la complessità della percezione e della realtà stessa. L’opera stimola la mente e l’immaginazione, offrendo una visione unica e affascinante del mondo attraverso gli occhi di un maestro dell’arte contemporanea italiana.

L'opera verrà esposta alla CREMONA ART FAIR dal 22 al 24 Marzo 2024

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    GIANNI DOVA

    GIANNI DOVA

    Nasce a Roma 8 gennaio 1925 da Edmondo Dova, romano di adozione, ma di origine piemontese e da Maria Rauchensteiner originaria di Monaco di Baviera. A 16 anni si trasferì a Milano con la famiglia e qui dal 1942 frequentò il Liceo Artistico di Brera con l’intenzione di passare poi alla Facoltà di Architettura del Politecnico. Ma la guerra modificò i suoi progetti, conobbe e frequentò gli artisti che si riunivano nei caffè letterari e che avevano tra gli altri come punto di riferimento il giornale edito da Ernesto Treccani, Corrente.
    Tra questi Renato Guttuso, Emilio Vedova, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Giuseppe Migneco e insieme a loro riconobbe l’importanza dell’opera di Pablo Picasso: Guernica come simbolo della lotta degli artisti contro la barbarie. Nel 1945 si sposò con Maria Grazia della Valle.
    Nel 1946 aderì al manifesto del Realismo Oltre Guernica. Nel 1947 espose alla Galleria del Cavallino a Venezia e alla Galleria del Naviglio a Milano. Sempre nel 1947 aderì al Movimento Spazialista con Lucio Fontana, Roberto Crippa, Giorgio Kaisserlian, Beniamino Joppolo, Milena Milani, Antonio Tullier, Sergio Dangelo, Carlo Cardazzo, Cesare Peverelli, Gian Carozzi. Dova fu tra i protagonisti di questo movimento cresciuto intorno alla Galleria del Naviglio di Carlo Cardazzo e ne firmò diversi manifesti tra cui:
        • il quarto (Manifesto dell’Arte Spaziale), Milano 26 novembre del 1951;
        • il quinto (Lo Spazialismo e l’arte Italiana del secolo XX);
        • il sesto: (Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione), Milano 1952.

    Aderì in seguito, al movimento della pittura nucleare con Enrico Baj e Sergio Dangelo. Il nipote, nato nel 1953 dalla sorella Marinella Dova, Pietro Spica, è anch’egli pittore. Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane.
    Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d’aujourd’hui, organizzata in medio oriente e in nordafrica. Le sue prime opere si avvicinano al surrealismo; l’artista vi integra delle reminiscenze di Max Ernst.
    Muore a Marina di Pisa il 14 ottobre del 1991.